“Il solo antidoto alla desertificazione sociale è una rinnovata capacità di cura. La cura, per definizione, richiede prossimità”
Ezio Manzini, Abitare la prossimità, 2021
Le Case di Quartiere sono luoghi della comunità diffusi su tutto il territorio bolognese. Ogni casa è un luogo del possibile, aperto alle diverse forme di socialità e dello stare insieme e alla sperimentazione di nuovi servizi di prossimità.
L’insieme delle Case di Quartiere costituisce un’infrastruttura civica diffusa che supporta e accoglie le iniziative e la partecipazione dei cittadini e delle cittadine valorizzando lo scambio intergenerazionale ed interculturale per generare coesione sociale.
Per definire e dare forza al patto civico che le rende solidali e le unisce, la Rete delle Case di Quartiere si è dotata di uno specifico Manifesto che recepisce i principi di un sistema valoriale diffuso e condiviso tra tutte le Case della città.
Il Manifesto della rete delle Case di Quartiere, nell’indicare gli elementi caratterizzanti e comuni a tutte le case, e in sinergia con i principi della gestione degli spazi collaborativi sanciti dal nuovo Regolamento sull’amministrazione condivisa, definisce una missione condivisa, organizzata in sette punti, individuati intorno al concetto di “luogo” come “sistema di cura e di prossimità” ovvero di un sistema in cui le persone mettono in relazione le proprie capacità per rispondere in modo concreto ad un problema condiviso, attivando reciprocità e beni relazionali che esse stesse generano nel processo.
In questa prospettiva, le Case di Quartiere di Bologna vogliono essere:
Luoghi di tutti e di tutte
con un’identità inclusiva e in divenire, pronta ad evolversi rispetto ai bisogni, ai desideri e alle prospettive dei suoi abitanti e delle sue abitanti restando ancorata ai valori dell’uguaglianza, della giustizia sociale, della solidarietà, dell’antirazzismo, del femminismo e al principio fondamentale dell’antidiscriminazione sia essa per classe, genere, orientamento sessuale, religione, provenienza. Luoghi accessibili, liberi da barriere architettoniche, in cui promuovere una cultura sensibile alle diverse fragilità o abilità. Luoghi in cui diventa tangibile un forte senso di appartenenza e in cui ogni persona possa
sentirsi accolta, a casa.
Luoghi di partecipazione e collaborazione
dove è possibile ed incentivato il confronto tra la cittadinanza, le associazioni e le istituzioni e dove poter, secondo i principi dell’amministrazione condivisa, ri-definire e co-produrre progettualità, proposte e soluzioni a bisogni comuni, intercettare desideri e condividere programmi alimentando idee, prospettive
e punti di vista molteplici sulla città. Luoghi dove è promosso e riconosciuto il ruolo centrale della cittadinanza attiva e del volontariato nel generare benessere per la collettività e nel promuovere e praticare co-responsabilità nella gestione degli spazi e dei beni comuni.
Luoghi di prossimità, solidarietà e mutualismo
ovvero presidi accessibili di welfare e sussidiarietà circolare, in cui mettere in rete e redistribuire tempo, beni, competenze ed esperienze. Luoghi di riferimento per il territorio e per tutte le fasce di popolazione ed età, dove sperimentare nuovi servizi di prossimità disegnati con la cittadinanza per contrastare l’isolamento sociale ed essere supporto alle persone in situazioni di fragilità accrescendo la
consapevolezza e la responsabilità collettive e generando soluzioni innovative, concrete, resilienti.
Luoghi di bellezza
in cui si dà spazio all’espressione, alla creatività e alla sperimentazione di diverse, antiche e nuove, forme artistiche. Luoghi in cui ci si occupa insieme in un’ottica di co-responsabilità della cura degli spazi condivisi e delle relazioni che li animano. Luoghi culturali accessibili e popolari, capaci di valorizzare gli effetti che le arti hanno sulla salute e sul benessere delle persone, perché la bellezza sia un diritto per tutte e per tutti.
Luoghi di benessere
dove viene messa al centro la cura del benessere fisico ed emotivo di se stessi e degli altri perché solo dal benessere individuale si può generare quello collettivo.
Luoghi di cura delle relazioni come beni primari e che promuovono lo stare bene insieme di tutte le persone che li attraversano, a partire dai volontari e dalle volontarie. Luoghi per la grande come la giovane età, dove generare benessere collettivo e autodeterminazione individuale. Luoghi per genitori, bambini e bambine in cui supportare le famiglie e la genitorialità, condividere tempo libero, divertirsi e imparare attraverso il gioco.
Luoghi di sostenibilità integrata: ambientale, sociale ed organizzativa
Luoghi in cui si promuovono e diffondono azioni concrete e quotidiane verso la neutralità climatica attraverso il consumo critico, l’attenzione ai rifiuti, le coltivazioni biologiche e a km zero e l’educazione ambientale. Luoghi in cui si sperimenta la co-produzione di risposte dinamiche e replicabili per il territorio grazie alla messa in rete di nuove competenze e modelli di sostenibilità, nei quali convivono e collaborano forme di volontariato tradizionale con nuove professionalità.
Luoghi di apprendimento continuo, orizzontale e intergenerazionale
in cui si promuove la condivisione di culture e saperi attraverso la costruzione di reti e nuove relazioni. Luoghi dove si tramanda memoria e si produce conoscenza, nei quali si mettono in comune tradizioni e nuove esperienze.
Luoghi di ascolto attivo e di gestione dei conflitti, dove si indaga e si cerca di comprendere la complessità, promuovendo la cultura della pace. Luoghi di educazione e formazione continua dedicate sia ai volontari e alle volontarie sia ai cittadini e alle cittadine che abilitino all’utilizzo di nuovi strumenti (come quelli digitali) quali elementi di supporto alle pratiche sociali. Luoghi di sensibilizzazione e confronto sui valori dell’antifascismo di cui le comunità che li abitano vogliono farsi garanti di trasmissione attiva.